Ufficialmente disponibili le Linee Guida sul sistema di gestione per la parità di genere.
La legge n. 162 del 2021, approvata dal Senato lo scorso 26 ottobre 2021, ha modificato il Codice per le pari opportunità, introducendo dal 1° gennaio 2022, la “certificazione della parità di genere” al fine di attestare le politiche e le misure concrete utili a ridurre il gender gap favorendo l’occupazione femminile.
La certificazione proverà che l'azienda ha implementato misure concrete per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale, di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità.
Inoltre, con il Decreto interministeriale, firmato il 29 marzo dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia in attuazione dell’articolo 46 del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, sono state definite le modalità per la redazione del rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile da parte delle aziende pubbliche e private che contano più di 50 dipendenti, al quale tema dedicheremo un approfondimento specifico.
La centralità delle questioni relative al superamento delle disparità di genere viene ribadita anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il Piano, infatti, considera i divari di genere una priorità strategica e trasversale, poiché tutte le missioni previste dal piano includono al loro interno misure che si ritiene possano favorire, direttamente o indirettamente, una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro.
In particolare, nell'ambito della Missione 5 del Piano, l'investimento 1.3 è dedicato alla attivazione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, con l'obiettivo di incentivare le imprese ad adottare
policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, tra cui: opportunità di carriera, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.
Sul punto, il 16 marzo è entrata in vigore la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, che definisce criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere.
Le Linee Guida indicano le direzioni da intraprendere per avviare un “percorso sistemico di cambiamento culturale”: dal semplice rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza, all’adozione di misure economiche e fiscali mirate per favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
Sono sei le aree che la UNI/PdR 125:2022 prende in considerazione per valutare se, e in che misura, un’organizzazione si contraddistingue per essere inclusiva e rispettosa della parità di genere:
Con riferimento a tali aree la UNI/PdR 125:2022 prevede la misura, la rendicontazione e la valutazione del livello di maturità di un’organizzazione in termini di inclusione e parità di genere sulla base di indicatori associati ad un punteggio e ad un sistema di pesi.
Tali indicatori sono in grado di misurare il livello di maturità raggiunto dall’organizzazione e il progressivo avanzamento verso un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo grazie all’implementazione di piani di mitigazione e miglioramento.
L’accesso alla certificazione è subordinato al raggiungimento di uno score minimo di sintesi del 60%.
Conseguire la certificazione della parità di genere permetterà, alle organizzazioni, di accedere a una serie di benefici tra cui sistemi di premialità nella partecipazione a bandi di gara italiani e europei nonché sgravi contributivi in una misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui.
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